Italian Tg

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  1. W La Raza!
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    Blitz in pieno centro a Trento, la torcia subito recuperata
    Berlanda: "Un gesto assurdo, è un simbolo di pace"
    I disobbedienti scippano
    la fiamma olimpica


    Eleonora Berlanda
    cerca di resistere
    allo 'scippo' della fiamma
    TRENTO - La Fiamma olimpica di Torino 2006 è stata rubata e recuperata, pochi istanti dopo, in centro a Trento. Tedoforo era l'azzurra Eleonora Berlanda, campionessa italiana dei 1.500. L'episodio è avvenuto qualche in centro a Trento, tra piazza Fiera e via Mazzini. Un gruppo di quattro disobbedienti si è avvicinato al tedoforo e uno di essi è riuscito a strappare la torcia dalle mani della mezzofondista. Lo "scippatore" della fiamma si è quindi dato alla fuga. Ma è stato immediatamente inseguito e fermato quasi in tempo reale dai sei ragazzi che accompagnano la Fiamma nel suo percorso attraverso l'Italia.

    Quattro persone - due uomini e una donna italiani, oltre a uno spagnolo - sono state arrestate: si tratta di Massimo Passamani di 33 anni, Daniele Benedetti di 24 anni e Daniela Battisti di 28, tutti di Rovereto (Trento), con il cittadino spagnolo Juan Antonio Fernandez Sorrocho, di 28 anni. Sono accusati di rapina, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

    "Più che paura, ho provato stupore. Colpire la fiaccola olimpica è un gesto assurdo, che dimostra grande ignoranza: è un simbolo universale, di pace" dice Eleonora Berlanda, che racconta così i momenti dello scippo. "Ho visto movimento dietro alcuni striscioni - racconta al telefono la tedofora, moglie del ciclista Mariano Piccoli - ma non pensavo che qualcuno arrivare al punto di aggredirmi. Invece, da dietro gli striscioni sono sbucate 4-5 persone che mi hanno aggredito, hanno afferrato la torcia, rovesciandola. Ho rischiato di ustionarmi e, nonostante l'intervento dei ragazzi del seguito, ho dovuto lasciare la fiaccola".

    "Per fortuna - continua Eleonora Berlanda - la torcia è stata recuperata velocemente e ho potuto riprendere il mio cammino, ma che tristezza, che rabbia per quest'aggressione. La fiamma è un simbolo bello per tutti, dai bambini ai vecchi, non pensavo proprio che qualcuno potesse pensare di offenderlo".

    (23 gennaio 2006)


    fonte: LaRepubblica.it

    Edited by W La Raza! - 24/1/2006, 15:52
     
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  2. Maximillion_Pegasus
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    da nn credere...veramente queste cose succedono solo in italia...

    (grazie w la raza tongue.gif)
     
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  3. El Taz
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    CITAZIONE (bulli @ 23/1/2006, 17:17)
    Bella Idea Complimenti! wink.gif wink.gif wink.gif wink.gif wink.gif wink.gif wink.gif wink.gif

    scusate se mi intrometto...ma il mantova non va bene sleep.gif Solo /=\ Hellas
     
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    Wow, il topic ha anche la targhetta! Quasi quasi la faccio mettere anche al MadDonald... laugh.gif
     
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  5. Joey_Wheeler
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    CITAZIONE (Maximillion_Pegasus @ 24/1/2006, 16:10)
    da nn credere...veramente queste cose succedono solo in italia...

    e poi ci stupiamo se il resto del mondo ci ride dietro...per forza...
     
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  6. Maximillion_Pegasus
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    la cosa è spaventosamente comica...ma come si fa a farsi rubare la fiamma! fa ridere pure me...
     
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  7. W La Raza!
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    infatti... ._.
    hanno approfittatto, a quanto ho sentito, di un momento che è mancata la sorveglianza, e hanno scippato la fiamma.

    CITAZIONE
    e poi ci stupiamo se il resto del mondo ci ride dietro...per forza...

    eheh... con la polizia e i politici che ci ritroviamo...

    Edited by W La Raza! - 24/1/2006, 21:19
     
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  8. Linkin
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    Il ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola, durante la propria visita al centro ricerche dell’Enea a Frascati ha affermato come sia intenzione del governo investire sul nucleare, al fine di colmare il gap fortissimo che abbiamo sciaguratamente accumulato. In virtù di questo proposito ha annunciato l’assunzione di ingegneri nucleari da parte dell’Enea ed ha rivelato che fra poche settimane Ansaldo Energia darà vita ad Ansaldo Nucleare.
    Queste affermazioni, oltre a lasciare basiti, poiché rilasciate dal ministro di un paese che tramite referendum ha già espresso il proprio rifiuto nei confronti delle centrali nucleari, vengono portate avanti con l’occhio miope di chi finge d’ignorare il problema dell'inquinamento nucleare ed i gravissimi danni da esso indotti sulla nostra salute e su quella dell'intero ecosistema.
    Nel mondo sono attive circa 440 centrali nucleari. La Francia da sola ne possiede 80, la Spagna 9, la Svizzera 5 e la Germania una ventina, solo per citare i paesi a noi più vicini.
    Ognuna di esse oltre a rappresentare una grave fonte di radiazioni per il territorio circostante, potrebbe essere causa di una catastrofe di proporzioni inenarrabili, nel caso si verificasse un incidente, un attentato o un intenso movimento tellurico

    Ognuna di esse produce tonnellate di scorie radioattive che resteranno attive per un periodo che va dai 20 ai 150 mila anni. Scorie completamente ingestibili, poiché risulta materialmente impossibile determinare la sicurezza dei siti di stoccaggio delle stesse, dovendo ragionare su grandezze temporali nell'ordine delle decine di migliaia di anni.
    Una pesante eredità fatta di veleni e di morte, che lasceremo in dono alle generazioni future, simile ad una spada di Damocle, sospesa nei secoli a venire sopra le loro teste.
    Se a tutto ciò aggiungiamo da parte dei governi, la sempre più spiccata propensione ad affidare sia la costruzione che la gestione delle centrali nucleari ad imprese private, le quali sono interessate solo ed unicamente al proprio tornaconto, quello che traspare è un quadro a tinte fosche, potenzialmente pericolosissimo ed i cui contorni si perdono nell'imponderabile.
    Dal 1945 ad oggi sono state oltre 2000 le esplosioni atomiche messe in atto per sperimentare nuovi ordigni nucleari. Se ne annoverano 1039 da parte dei soli Stati Uniti.

    Impossibile determinare la gravità della ricaduta radioattiva conseguente a tali esperimenti, anche a causa dell'omertà di buona parte del mondo scientifico, asservito ai grandi poteri.
    I dati riguardanti i casi di tumori e leucemie, aumentati negli ultimi 50 anni in maniera esponenziale, dovrebbero essere da soli bastevoli a far comprendere la grandezza del problema dell'inquinamento nucleare.
    Nonostante ciò in campo medico i pericoli per la salute dell'uomo, indotti dalle ricadute radioattive, continuano ad essere colpevolmente sottaciuti, mentre si cerca di mistificare le reali cause di tumori e leucemie, imputando il loro ingenerarsi a colpevoli di ogni genere, la maggior parte dei quali assolutamente improbabili.
    Dal dopoguerra ad oggi sono stati 32 gli incidenti, ufficialmente dichiarati dalle autorità, provocati da armi nucleari.
    I mari del mondo sono assurti al ruolo di vere e proprie pattumiere nucleari. Basti l'esempio del Mediterraneo, già teatro nel 1956 dell'inabissamento di un bombardiere statunitense B- 47, con due capsule nucleari a bordo e divenuto discarica, in tempi più recenti, per centinaia di bombe all'uranio impoverito, sganciate nell'Adriatico da aerei americani durante la guerra in Kosovo.

    Naturalmente, come sempre accade quando si tratta d'inquinamento nucleare, nessuno si è preoccupato di approfondire le conseguenze di tali situazioni sulla salute di tutti noi, che consumiamo i prodotti ittici e pratichiamo la balneazione.
    Un caso su tutti, che ritengo esaustivo per meglio comprendere la ferale pericolosità dell'inquinamento radioattivo, è quello della città di Mayach, negli Urali del sud, in Russia.
    Una città invisibile, epurata dalle cartine geografiche, insieme ai suoi abitanti, tristi fantasmi, simili a morti che camminano.
    Mayach fu costruita nel 1945 e dal 1948 in poi divenne operativa nella produzione di plutonio.
    Fino al 1951 scorie liquide radioattive di medio ed alto livello vennero rilasciate direttamente nel fiume Techa, contribuendo a contaminare oltre 100.000 abitanti che vivevano sulle sponde dello stesso.
    Dopo il 1951, dal momento che il fiume Techa sfociava nell'oceano artico e la contaminazione rischiava di diffondersi in maniera incontrollabile, gli scarichi dell'impianto vennero indirizzati verso il lago Karachai, privo di contatti diretti con l'oceano.

    Nel 1957 un'esplosione all'interno degli impianti contaminò una regione grande quanto la toscana. Si trattò di un disastro di enormi proporzioni, ma la cosa venne tenuta segreta.
    Dieci anni dopo, nel 1967, allorquando a causa di una secca il lago Karachai fu oggetto di un ritiro delle acque, il vento sollevò grandi quantità di polvere radioattiva, contaminando gravemente un'area di 2000 Kmq.
    Oggigiorno il lago Karachai è un mostro radioattivo in grado di uccidere un uomo che sostasse per una sola ora sulle sue sponde, e tale rimarrà nei secoli a venire.
    E' indicativo rilevare, a beneficio di coloro che ancora si ponessero domande riguardo ai reali effetti della radioattività sulla salute dell'uomo, come fra i cittadini di Mayak e delle aree contaminate circostanti, negli ultimi 50 anni ci sia stato un aumento del 78% degli ammalati di cancro e leucemia. Inoltre come il 30% dei bambini dei bambini nasca con difetti e malformazioni genetiche ed il 50% degli uomini e delle donne risultino sterili.
    L'uso in campo militare dell'uranio impoverito (DU) nella costruzione dei proiettili, nonché nella blindatura dei mezzi corazzati è stato avallato dalle forze armate di Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Turchia, Israele e Francia, Arabia Saudita, Pakistan e Tailandia.

    Grazie a questa pratica sciagurata, tutti i paesi teatro di guerra negli ultimi 15 anni, dalla ex Yugoslavia, all'Afghanistan, all'Iraq, sono stati contaminati in maniera significativa.
    Non esistono studi che possano determinare la reale pericolosità di questa contaminazione, né gli effetti che essa avrà sulla salute degli abitanti a medio e lungo termine.
    Le uniche ricerche, oltretutto manipolate dai grandi poteri, si riferiscono al breve periodo e riguardano quasi esclusivamente il rischio per i militari impegnati nei combattimenti, la cui esposizione al DU è relativa al breve lasso di tempo nel quale essi sono rimasti nell'area del conflitto, a differenza della popolazione civile che in quella stessa area dovrà continuare a vivere, coltivare e allevare bestiame, subendo anno dopo anno le conseguenze di un territorio altamente contaminato.
    L'inquinamento nucleare, si può annoverare senza dubbio come uno fra i problemi più gravi, in grado di minacciare sia il nostro presente, sia il nostro futuro, nonché quello delle generazioni a venire.
    Un problema che si muove su vari livelli, spaziando dalla gestione del nucleare civile a quello militare, fino ad arrivare all'ingerenza dei privati che in molti casi stanno soppiantando le amministrazioni pubbliche.

    Un problema scientemente sottaciuto dai media, nascosto all'opinione pubblica, sia mistificando la gravità degli incidenti già avvenuti, sia ignorando colpevolmente la situazione pericolosissima che molteplici elementi stanno ingenerando in propensione futura.
    I pochi studi seri, riguardanti l'inquinamento radioattivo sono, per forza di cose limitati al breve e medio periodo e la maggior parte di essi è stata secretata.
    Un abbraccio, quello nucleare, al quale il ministro Claudio Scajola intende contribuire nei suoi propositi futuri, sempre più stretto e sempre più invisibile, un abbraccio che si può continuare a far finta non esista, in quanto non menzionato da giornali e TV, ma le corsie degli ospedali non hanno bisogno di telecamere e taccuini, per essere annoverate come parti della realtà.
     
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    Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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    Enea? °-°


    Le centrali nucleari non sono nè buone nè giuste....
     
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  10. Maximillion_Pegasus
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    almeno finchè nn trovano il modo di debellare le scorie senza regalarle agli africani =_=
     
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    Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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  12. W La Raza!
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    ora mi scapperebbe un'affermazione in dialetto barese, ma mi trattengo... cmq certe cose sono davvero inamissibili e inguste ._.
     
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  13. Jinzo e maglietta
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    Bimba uccisa trovata nei rifiuti


    Las Vegas si mobilita, caccia al killer...

    C'è sgomento a Las Vegas. La città del divertimento made in Usa si sta mobilitando per scovare il responsabile della morte di una bimba di tre anni trovata in un cassonetto della spazzatura pestata a morte. Il cadavere della piccola è stato trovato 12 giorni fa e non si ha notizia della sua famiglia. Così si sono messi 40 detective per cercare di far luce sulla terribile vicenda.



    La bimba, a cui la polizia ha dato il nome di Jane Cordova Doe, è stata trovata in mezzo ai rifiuti di un condominio di Las Vegas. Alla piccola qualcuno ha fracassato il torace a suon di botte. A nulla sono valse, per il momento, le ricerche dellla polizia nello stabile dove il corpicino è stato rinvenuto. Eppure la vicenda, che ha scosso profondamente l'opinione pubblica americana, fa capolino da giorni su giornali e televisioni. Impossibile per chiunque non essersi accorto della notizia.

    Forse, sospettano gli investigatori, la famiglia potrebbe essere di origine ispanica, visti i tratti somatici della piccola e sarebbe priva di documenti. Così, nonostante la tragedia, avrebbe fatto perdere le tracce. E la tragedia è di quelle che non si dimenticano in fretta, nemmeno per i cittadini comuni, coinvolti dalla polizia nella ricerca dell'assassino. Come in ogni storia d'America in ballo c'è anche una ricompensa: 44mila dollari a chi darà informazioni utili per la scoperta della verità.
     
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  14. Linkin
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    nn solo per chi si interessa di politica economica, ma anche per tutti quei disgraziati che nn ci capiscono niente e alla fine si chiedono perchè tutto oggi costa tanto e la politica fa schifo...


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    Roma 24 gennaio – La recente nomina di Mario Draghi a governatore della Banca d’Italia rappresenta la capitolazione delle istituzioni economiche e politiche italiane agli interessi della grande speculazione internazionale e ai dettami di un liberismo economico-finanziario sempre più selvaggio, ma anche sempre più in bancarotta.
    Con Draghi in Via Nazionale è partita la fase del “Britannia 2”! Le banche internazionali e i fondi speculativi hanno ottenuto il disco verde per una nuova avanzata, per dare la caccia a nuove imprese da fagocitare e ai 140 miliardi di risparmio nazionale, e si preparano a fare bottino con la privatizzazione delle pensioni.
    È la prima volta, nella storia della Banca d’Italia, che il governatore non è stato scelto tra i suoi membri più rappresentativi, ma è stato direttamente catapultato, con grande fanfara, dalla centrale delle finanza internazionale, dalla Goldman Sachs. Perché?

    Chi cerca una risposta nelle beghe interne italiane non capirà niente e in cambio invece riceverà in regalo un pacchetto ben confezionato di manipolazioni.
    Draghi rappresenta un atto di “guerra preventiva” nel campo strategico della crisi finanziaria.
    Il sistema finanziario internazionale è in bancarotta. Le banche centrali hanno finora gestito in coordinazione tra loro la crisi, al servizio degli interessi della grande finanza privata. Ma questa gestione non basta più né potrà reggere gli sconvolgimenti che si prospettano nell’immediato futuro. La bolla speculativa è stata ingigantita a livelli inimmaginabili attraverso le speculazioni immobiliari e soprattutto quella dei prodotti derivati. Basti pensare che una sola banca americana, la JP Morgan Chase, ha ben oltre 50.000 miliardi di dollari in contratti derivati OTC, più di 5 volte il PIL degli USA! L’economia reale sottostante è stata ovunque distrutta, a cominciare dal cosiddetto settore avanzato, cioè l’Europa e il Nordamerica. Ciò che si sta verificando è un vero e proprio crollo. Fenomeni come quello di LTCM possono ripresentarsi in ogni momento. La paralisi produttiva imposta dalle regole di Maastricht è la garanzia di un terremoto finanziario e bancario.

    La grande finanza internazionale sa bene che, ferme restando le regole della grande speculazione e del liberismo, non ha via d’uscita dalla bancarotta, ma non vuole, ne può, cambiare rotta in quanto questo liberismo selvaggio è la sua anima, la sua essenza. Sa anche che i settori dell’economia reale non possono convivere all’infinito con una crescita cancerogena del debito speculativo. Questo è il motivo per cui ora essa teme la crescente domanda di riorganizzazione del sistema, di una Nuova Bretton Woods, come proposta dall’economista americano Lyndon LaRouche e dal nostro Movimento: una riorganizzazione per bancarotta dell’intero sistema monetario e finanziario internazionale, che reintroduca un sistema di tassi di cambio fissi, che emetta nuovi crediti per grandi investimenti infrastrutturali che rimettano in moto l’economia produttiva e che introduca misure di contenimento e di abolizione delle speculazione. Teme la rivolta di settori statali, industriali, sindacali che possono dire basta alla distruzione dell’economia reale e della società civile produttiva. Teme un ritorno di Franklin D. Roosevelt e del suo New Deal su scala planetaria.
    Ecco, Draghi rappresenta la mossa preventiva contro questa possibilità. E’ una mossa globale, non un segnale “italiano”, bensì sistemico.
    La finanza internazionale fa così sapere di essere pronta ad un’accelerazione del processo di globalizzazione. Purtroppo molti allocchi nostrani, un po’ di tutte le tendenze, hanno volutamente scambiato l’appoggio dato a Draghi dal Financial Time, dal Wall Street Journal e simili con un benevolo reportage turistico sulla “bella Italia”. L’Italia non ha i mezzi per opporre resistenza e si è lasciata subito convincere che i grandi speculatori internazionali sono meglio dei maneggioni dell’economia nostrani.
    Infine, Draghi è l’uomo dei salotti buoni e dei panfili di lusso.

    Mario Draghi è il “Mr. Britannia”. Il 2 giugno 1992 , il “Ciampi’s boy”, allora Direttore Generale del Ministero del Tesoro, guidò il drappello di dirigenti delle Partecipazioni Statali sul “Britannia”, il panfilo della regina Elisabetta II d’Inghilterra, per un incontro con i grandi finanzieri della City di Londra e di Wall Street per svendere l’industria di stato italiana, o per “modernizzarla”, come usavano dire.
    Poi a settembre l’attacco speculativo delle stesse finanziarie, coordinate da George Soros, contro il Sistema Monetario Europeo fece svalutare la lira del 30%, regalando ben 15.000 miliardi di lire agli acquirenti-speculatori che acquistavano in dollari. La chiamammo una svendita a prezzi stracciati a cui certi settori della vecchia Democrazia Cristiana e del PSI di Craxi cercarono di opporsi. Invano. In quegli stessi giorni le “mani pulite” realizzarono il grande massacro politico che aprì la porta al neoliberismo selvaggio e al neoconservatorismo di marca americana.
    Il «Movimento internazionale per i diritti civili – Solidarietà», fu il primo a denunciare queste sporche operazioni con un ampio memorandum del 14 gennaio 1993. E poi, con un esposto alla magistratura nel 1995, chiedemmo un’indagine sull’attacco alla lira e sull’incontro del Britannia. Le nostre denunce ebbero anche vasta risonanza nei mezzi d’informazione.
    Negli anni successivi, diventato il regista delle privatizzazioni, Draghi ha trasformato il panorama economico nazionale in un intreccio incestuoso tra banche e imprese. Se si indaga un poco viene subito alla luce che una delle finanziarie favorite nel processo di privatizzazione è stata la Goldman Sachs.
    Inoltre, uno dei “Draghi’s Boys”, Alberto Giovannini, membro del comitato di esperti del Ministero del Tesoro dall’inizio degli anni Novanta, venne mandato nella dirigenza del fondo LTCM, che fallì clamorosamente nel 1997-8 a causa delle perdite accumulate soprattutto su contratti finanziari derivati. A quelle sue speculazioni internazionali aveva partecipato persino l’Ufficio Italiano Cambi! Lo stesso Giovannini nel 1997 illustrò alla Commissione Europea “i vantaggi” di aprire i mercati ai derivati.

    Nel 2001 Draghi lasciò il Ministero del Tesoro per passare alla vice presidenza di Goldman Sachs, una finanziaria che ricopre un ruolo decisionale centrale nella globalizzazione finanziaria mondiale.
    Perché la magistratura, così solerte in certune circostanze, non ha mai avuto il coraggio di indagare sul ruolo della Goldman Sachs e sul ruolo svolto da Draghi nei passati 15 anni di privatizzazioni?
    Parallelamente all’operazione Draghi, occorre tenere bene in conto un secondo assalto condotto attraverso il banchiere americano Felix Rohatyn, della Lazard Freres, la controparte “democratica” della grande speculazione. Il compito di questo secondo braccio della tenaglia è mettere in campo proposte e idee che suonano molto simili alla nostra proposta per una Nuova Bretton Woods, ma che in realtà intendono confondere e neutralizzare quelle forze che vorrebbero e dovrebbero coalizzarsi contro la grande speculazione. In questo Rohatyn opera in tandem con George Soros, il promotore della liberalizzazione della droga.

    Secondo Rohatyn dovrebbero essere le stesse banche e finanziarie a farsi promotrici delle riforme del sistema monetario e finanziario, mentre al tempo stesso continuerebbero le loro operazioni speculative. Secondo lui gli stati, i parlamenti e le autorità governative dovrebbero essere tenute fuori dalla riorganizzazione. È come dire che bisognerebbe lasciare che la mafia, indubbiamente esperta nel crimine organizzato, detti le regole di sicurezza, lasciando fuori lo stato e le forze di polizia.
    In Italia Rohatyn e co. fanno perno su De Benedetti e i suoi addentellati anche nella sinistra, mentre la destra politica e liberista esalta la “saggezza” del libero mercato speculativo finanziario.
    Questo attacco a tenaglia è stato lanciato in forze in Italia soprattutto per soffocare la nostra proposta per una Nuova Bretton Woods, che lo scorso aprile è stata presentata alla Camera dei Deputati da Mario Lettieri della Margherita e da altri 50 parlamentari appartenenti a quasi tutti i partiti, ed è stata approvata dalla stragrande maggioranza del Parlamento.

    Edited by Linkin - 24/1/2006, 22:34
     
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    Ho le braccia a pezzi a forza di abbracciare le nuvole. (Charles Baudelaire)

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